sabato 6 dicembre 2014

Scena eliminata: "Oltre i limiti" di Katie McGarry

Buongiorno lettori,
ieri sera, mentre cercavo di mettere a posto i file sul mio computer ho trovato una traduzione che avrei dovuto pubblicare qualche mese fa, di cui mi ero proprio dimenticata l'esistenza. Quindi colgo ora l'occasione per farlo, dato che non mi sono preparata articoli durante questa settimana.
La traduzione, naturalmente mia, riguarda una scena tagliata da "Oltre i limiti" di Katie McGarry. La scena non toglie e non aggiunge nulla al racconto ma, per chi ha amato - come me - Echo e Noah sa che è sempre bellissimo poterli rincontrare e vivere insieme a loro bellissime emozioni!
Ora vi lascia alle parole di Katie e vi auguro un buon fine settimana! Ciao cia
Ilaria
Questi capitoli fanno parte della prima bozza di "Oltre i limiti" e si sarebbero dovuti trovare subito dopo la scena del cimitero tra Echo e Noah. Lila è la miglior amica di Echo e Beth e Isaiah sono i migliori amici di Noah. Adoro questa scena e mi si è spezzato il cuore rimuoverla. Il problema era, che non creava il conflitto, la situazione per far progredire la storia. In questa scena Echo sta affrontando le conseguenze per aver ricordato una parte di quella fatidica notte che ha rimosso dalla propria mente. Inoltre, quando ho scritto la prima bozza, Noah aveva già furtivamente sbriciato tra i file di Echo, non proprio durante la sua sessione di ipnosi.

Titolo: Oltre i limiti
Autore: Mcgarry Katie
Editore: De Agostini
Serie: Pushing the limits
Data di uscita: 21 Gennaio 2014

Trama:
Nessuno sa cosa sia successo a Echo Emerson, la ragazza più popolare della scuola, la notte in cui le sue braccia si sono ricoperte di cicatrici. Nemmeno lei ricorda niente, e tutto ciò che vuole è ritornare alla normalità, ignorando i pettegolezzi e le occhiate sospettose dei suoi ex-amici. Ma quando Noah Hutchins, il "bad boy" del quartiere irrompe nella sua vita con la sua giacca di pelle, i suoi modi da duro e la sua inspiegabile comprensione, il mondo di Echo cambia. All'apparenza i due non hanno nulla in comune, e i segreti che custodiscono rendono complicato il loro rapporto. Eppure, a dispetto di tutto, non riescono a fare a meno l'uno dell'altra. Dove li porterà l'attrazione che li consuma e cos'è disposta a rischiare Echo per l'unico ragazzo che potrebbe insegnarle di nuovo ad amare?

Echo

Il caldo sole primaverile bagnava la mia pelle. Mi piacevano soprattutto i suoi dolci baci sulle mie braccia, pelle che non aveva visto la luce del giorno per anni. «Secondo te, cosa pensano i ragazzi normali?»
 
Sotto di me il corpo di Noah venne scosso da una risata silenziosa. «Chi dice che non siamo normali?».
Eravamo sdraiati su una vecchia chaise-longue del suo seminterrato. Mi aveva seguita fino a casa dal cimitero e avevo lasciato la mia auto nel viletto, bloccando di proposito l'accesso di mio padre al garage. Il mio stomaco è sceso quando siamo entrati nella casa dei suoi genitori adottivi e li abbiamo trovati al tavolo della cucina a fumare le sigarette. Mi aspettavo una loro sfuriata, dato che ovviamente avevamo saltato la scuola, ma hanno ignorato entrambi.
 
«Noah, le nostre discussioni riguardano i fascicoli e le perdite di memoria. Sono abbastanza sicura che ci siamo estraniati da tutto ciò che è normale nel momento in cui ci siamo posti la domanda. Non abbiamo nemmeno tracciato un confine ancora».
Noah fece correre le sue dita su e giù per il mio braccio. Mi chiesi che cosa pensasse delle mie cicatrici ogni volta che le toccava, in particolar modo il rilievo nel mezzo.
 
  «Non lo so,» normorò. «Credo che gli adolescenti normali pensavo quello che pensiamo noi: le feste, la scuola, il sesso e i fascicoli». La mano che accarezzava il mio braccio si fermò.
 
Lui non ascoltava? «I ragazzi normali non parlano dei fascicoli». Si mise a sedere portandomi con sè, il suo atteggiamento giocoso venne spazzato via. «Dobbiamo parlare».
«Va bene». Era tutt'altro che bene, La sua serietà mi riempiva di terrore.
Si concentro sui miei capelli, spostandoli sopra la mia spalla. «Ho sbirciato i fascicoli». La mia gola si strinse e cercai di spingermi lontano da lui, ma lui mi teneva stretta. «Non posso, Noah. Non posso. Non voglio sapere. Ho finito. Non mi interessa più cosa c'è nei fascicoli. Mia mamma è impazzita e mio padre mi ha abbandonato». Feci scivolare la mia mano lungo la cicatrice in rilievo. «Più difficilmente cerco di ricordare, più brutti diventano i miei incubi. Non dormo più, Noah. E per che cosa? Per scoprire che tutti mi hanno abbandonato? Cosa succede se scopro che anche mio fratello mi ha abbandonato?». Non sarei riuscita ad accettarlo. Qualcuno doveva amarmi abbastanza da non deludermi, e Aires era l'unico rimasto. La mia mano volò sopra la mia bocca per catturare un singhiozzo prima che questo potesse uscire. Noah aveva perso i suoi genitori, i genitori che lo amavano ed era stato maltrattato da un sistema che lo aveva allontanato dai suoi fratelli. Che diritto avevo di piangere davanti a lui? Nessuno.
 
  Chiuse gli occhi e continuò ad accarezzarmi i capelli. « Facciamo un passo indietro, piccola». Riaprì gli occhi e lasciò che i scuoi occhi scuri si fissassero nei miei. «Hai avuto una giornata orribile, ma questo non significa che dovresti rinunciare.»
Aprii la bocca per protestare, ma prontamente mise la sua mano sulle mie labbra per continuare, «Io non so cosa sia successo tra te e tua madre, ma so perchè tuo padre è così preoccupato e credo che entrambi abbiate bisogno di sapere cosa sia successo.»
Ma non l'ho fatto. Volevo dimenticare tutto ciò che mi sia mai capitato. «Voglio essere normale, Noah. Possiamo essere normali?.» Noah si strofinò la nuca e in quel momento colsi l'occasione per scivolare fuori dalla chaise-longue. Evitando le assi di legno marci sulla sinistra, mi appoggia alla ringhiera. Girò le gambe sul pavimento e lasciò che le mani giunte ciondolassero tra le sue ginocchia. «Che diavolo è normale? Per me normale è una mamma, un padre e una casa con due fratellini. Anche se ho ancora con me i miei fratelli, sarò più vicino alla normalità di quanto ne sono adesso, ma non sarò mai più veramente normale.»
 
Penso che la parte dello scalpore e la parte della terapia di riscaldamento me l'abbiano ampiamente dimostrato. Anche se ricordassi il mio passato, non cambierebbe nulla. Aires sarebbe ancora morto. Mia madre mi avrebbe ancora attaccato per poi sparire per sempre dalla mia vita e mio padre avrebbe comunque scelto Ashley a me. «Dico sul serio. Ho chiuso con la terapia e i fascicoli.» E con mio padre e tutto il resto. «Possiamo essere una coppia senza fascicoli? Possiamo noleggiare film e mangiare i popcorn o la piazza o andare in giro, ascoltare la musica e godere della presenza dell'uno e dell'altro, o tutto quanto deve girare intorno ai fascicoli?.»
 
Le labbra di Noah formarono una linea sottile e gli occhi si oscurarono. Ogni muscolo si irrigidì, ricordandomi un grande animale da cacci. « È questo che pensi di noi? Pensi che mi importi di te solo perchè potresti aiutarmi a leggere i fascicoli?.»
 
Uno spiragli di luce tocco le mie tempie. Sarebbe stata una lunga giornata e una notte ancora più lunga. Ricordi, pensieri e conversazioni si confondevano nella mia testa, chiedendo attenzione tutti nello stesso momento. Perchè non poteva esserci qualcosa di semplice? «No.»
 
Era in piedi, camminava per il seminterrato, o non ascoltando la mia risposta o ignorandola del tutto. «Avrei potuto sbriciare nel mio fascicolo, Echo, ma no, io ho aperto il tuto e tuo ora non vuoi sapere nemmeno cosa vi è scritto. Hai una vaga idea di che cosa darei pur di accedere al mio fascicolo?.»
 
Gli angoli della mia bocca erano piegati verso il basso e la mia gola serrata. «Ti ho detto di dare un'occhiata al tuo fascicolo per primo.»
«E avrei dovuto ascoltarti. Che diavolo? Sei così maledettamente vicina a trovare delle risposte e rinunci così.» Scosse la testa. «E io che ti offro la mia occasione, solo per scoprire che hanno tolto l'ordine restrittivo a tua mamma e tu non lo vuoi nemmeno sapere.»
Il mio respiro venne violentemente sbattuto fuori dal mio petto e le gambe cominciarono ad inclinarsi. «Cosa?.» La mia bocca risucchiava brevi respiri, ma i miei polmoni avevano bisogno di più ossigeno. Dio ho bisogno di aria. Anche dopo aver chiuso gli occhi, ogni cosa girava – l'oscurità disillusa da un giro di carnevale.
 
«Echo? Echo, piccola, hai bisogno di respirare. Mi dispiace, piccola. Non avrei dovuto...
Dannazione, mi dispiace.» Noah avvolse le sue abbraccia intorno a me e mi abbassò sul pavimento. Mi cullò nel suo grembo, dondolandoci lentamente, mentre si passava la mano tra i capelli. Sussurrò scuse rilassanti, e mentre mi teneva stretta di tanto in tanto mi baciava i capelli. Lentamente le sue scuse si trasformarono in incoraggiamenti, «Tutto andrà bene.» È stato solo allora che mi sono accorta di essermi aggrappata al bavero della sua camicia e che la sua spalla era completamente bagnata. Con il corpo scosso dai singhiozzi mi resi conto che non riuscivo a smettere, e che sotto il peso delle sue parole ero finalmente crollata.
 
Noah

Buttai i popcorn nel forno a microonde, impostato per due minuti, sperando che si cucinassero più velocemente. Echo si era immersa in qualche vecchio film trasmesso in Tv, nel seminterrato, e anche se Beth mi aveva promesso che si sarebbe comportata bene...ah sì, non mi potevo fidare. Non con Echo, non ora.
Il campanello suonò. Per una volta qualcosa a mio favore. Echo voleva la normalità, lei voleva essere normale. Film, popcorn, pizza e qualsiasi altra dannata cosa che aveva richiesto. Tirai fuori il mio portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans e aprii la porta. Invece del ragazzo delle pizze mi trovai davanti una testa piena di capelli biondi e due occhi azzurri incazzati neri.
«Complimenti, Romeo!.» Lila si spinse in avanti con una borsa di tela in mano e andò dritta in cucina. «Tutto quello che avresti dovuto fare era andare al cimitero e tenerla insieme a te fino a quando non sarei uscita da scuola. Era così dannatamente difficile? Dai! Potevi portarla a fare un giro in auto. Potevi portarla a prendere un gelato. «Quando tutto il resto fosse fallito, uscire con lei ti avrebbe ucciso?.»
 
«Non ricordo di averti invitata.» O di averti detto dove vivo. Stavo ancora tenendo la porta aperta e nel momento in cui decisi di chiuderla, vidi sulla veranda il ragazzo delle consegne con quattro pizze. «Ne ho ordinate due.» Il ragazzo prese un foglietto da sopra le scatole delle pizze, «Sì, amico, ma una ragazza ha chiamato e ne ha aggiunte altre due.» Quando diedi una possibilità a Beth, avevo programmato i suoi limiti. Presi i soldi dal portafoglio e pagai il ragazzo. «Beth! Porta subito il culo qui!.»
Il culo di Lisa sporse dal mio frigorifero dopo aver messo dentro le cose che aveva in borsa. «Davvero», ha continuato come se non avessi parlato, «Cosa ti ha fatto pensare che fosse una buona idea dire a Echo di sua madre?. Oh, aspetta. Non l'hai fatto. Hai gettato una bomba ad orologeria senza pensare perchè sei un uomo grande e grosso e quando le cose non vanno per il verso giusto getti ad ortiche le parole. Neanderthal.» Il forno a microonde cominciò a suonare proprio quando i passi di Beth sui gradini diventavano più forti. Buttai le pizze sul tavolo. «Che ci fai qui e cosa diavolo sai della mamma di Echo?.» Lila chiuse la porta del frigorifero. «Io sono la sua migliore amica, idiota, e per qualche stupida ragione lei è attratta da te e vuole darti la possibilità di recuperare per essere stato un asino. Ora dimmi, dove la nascondi? Nell'armadio?»
 
«Nel seminterrato.» E proprio al momento giusto, Beth aprì la porta del seminterrato. «Come fai a sapere che ho detto ad Echo della madre?.» «Sono sensitiva. Mi ha mandato un messaggio, deficiente.» Aprii il forno a microonde e versai i popcorn in una ciotola. Beth fece appena due passi in cucina. «Che diavolo è questo?» Dannazione. Avevo lascito Beth laggiù per tre minuti e si era rincoglionita a tal punto da non avere idea di cosa diavolo avevo in mano. «Popcorn.». «No, non quelli. Quella!» Disse agitando la mano verso Lila. Accidenti a me, devo solo prendere Echo e correre il più lontano possibile da qui. «Lila – Beth – Beth – Lisa.»
 
«Incantata di fare la tua conoscenza.» disse Lila, ma il suo tono indicava tutt'altro. Beth continuava ad agitare la mano verso Lila. «Vedi, Noah. Questo è il motivo per cui alcune persone non sono ammesse. Una volta che si inizia a nutrirli, essi continuano a tornare, e quindi a portare altri randagi con loro.»
Lila incrociò le mani sul petto. «Cosa c'è che non va, regina delle tenebre? Qualcuno oggi ti ha ficcato un paletto nel cuore?.» Gli occhi di Beth brillarono e prontamente fece un passo verso Lila. Con i popcorn in mano mi frapposi tra le due. «Basta così!» Ma non era ancora finita. Beth afferrò un pugno pieno di popcorn e lo gettò in faccia a Lila. Il mondo congelò per alcuni agghiaccianti secondi prima che Lila cominciasse a sbattere le palpebre e a spurate un pezzo di popcorn fuori dalla bocca. «Sei morta!.»
 
«Staremo a vedere, reginetta del ballo!.» Beth si lanciò contro Lila, ma finì con lo scontrarsi con me mentre Lila mi colpiva dall'altro lato. «Dannazione!» Gettai i popcorn sulla tavola, avvolsi una mano intorno a Beth e la sollevai da terra. I suoi piedi e le braccia menavano calci all'aria. «Lasciamo andare!.» urlò Beth. «Sì, lascia andare quella piccola stronza.» Gridò Lila.
«Basta!.» Gridai così che i bicchieri nel lavandino tintinnarono. Mentre entrambe continuavano a dimenarsi. Stesi Beth sul pavimento e la fissai. «O ti comporterai bene oppure trascorrerai la serata al piano di sopra. Se invece vuoi trascorrerla con noi nel seminterrato, prendi le pizze e restituiscimi i venti dollari.» Mi voltai a guardare Lila. «E tu» Lila avrebbe potuto fondere un metallo intero con quegli occhi, ricordandomi di non aver aiutato Echo oggi. «Vai a prenderti cura di lei.»
Lila cercò ancora di incenerirmi con gli occhi prima di spingermi con la spalla e scendere di sotto. Beth tentò di fare lo stesso, ma non glielo permisi. Il corpo di Beth sembrava il tronco di una corteccia. «Non puoi dire sul serio.» «Invece sì. Beth, se non riesci a comportarti come si deve, sta lontana dal seminterrato. Il mondo di Echo è stato completamente scombussolato questo pomeriggio. Devo fare questo per lei.» È stata la cosa più vicina a una supplica che le abbia mai rivolto. Una caratteristica che ho dovuto adottare molto spesso con le persone della mia vita. Beth si mosse a disagio. «Lei significa molto per te, non è vero?.» La fissai in silenzio. Come avrei potuto risponderle senza rivelarle il mio grande amore per Echo? Che ogni parte di me soffriva nel vederla stare male?
 
Beth afferò le pizze. «Mi comporterò bene, Noah, ma io non pago.»
 
*****
 
Dopo quattro pizze, litri di Coca-cola, tre ciotole di popcorn e una scatola di biscotti, Echo non sembrava abbattuta, ma esausta. Abbiamo visto due dei più orribili film della storia. Non ho capito. Ma come diavolo facevano questi film a far sentire meglio una ragazza? Alla fine del primo tempo, la figlia è morta e proprio ora la salute del suo migliore amico è scesa in picchiata. Ma che diavolo?
 
Una parte di me era di malumore per via della gelosia. Lila girava per casa confortando Echo, accontentando ogni sua richiesta. Conosceva il film giusto al momento giusto, tirò fuori la scatola dei biscotti e iniziò ad intavolare una noiosa conversazione su di una ragazza tanto che fece fare ad Echo una risatina. Riuscì a coinvolgere anche Beth, sebbene sospettassi lo facesse per ottenere un biscotto. Quello che mi infastidiva di più era vedere la familiarità tra Echo e Lila. Avrei voluto che si comportasse così anche con me.
 
Isaiah steso a letto con Beth, mi mandò uno sguardo implorante mentre accarezzava i capelli di una Beth singhiozzante. Alzai un sopracciglio e si strinse nelle spalle. Le ragazze non avevano assolutamente nessun senso, ma se la stessa cosa avesse fatto felice Echo l'avrei fatto per tutta la notte. Tre quarti d'ora dopo il più lungo film della mia vita, Echo ebbe pietà di me e appoggiò la testa sulla mia spalla, tenendo sempre la mano stretta a quella di Lila. Avvolsi un braccio intorno a lei e le baciai la testa. Purtroppo, credo che il mio bisogno di lei fosse molto più grande del suo. L'ho tenuta vicino ed ho inalato il suo delizioso profumo. Ho voluto che lei capisse quanto fossi dispiaciuto.
 
Mi passo una mano tra i capelli, quando il secondo film giunse finalmente a termine e nel momento in cui meditai i pro e i contro di afferrare una birra. Questa avrebbe dovuto essere la notte di Echo, non la mia. A volte Echo beveva. E anche se avrei voluto bere, non mi sentivo di farlo visto l'umore di Echo. Mi avrebbe criticato se avessi preso una birra? Perchè non ero sicuro che avrei potuto sopportare ancora per molto altro tempo uno di questi film.
 
Lila fissò Echo, incredula. «Si è addormentata», sussurrò. In quell'istante il mio corpo divenne di pietra, terrorizzato di poterla svegliare con un solo movimento. Lila, presa dalla stessa paure, lasciò andare la mano di Echo a passo di lumaca. Il suo stupore si manifestò in una profonda riflessione e frustrazione. «Avevo intenzione di portarla a casa mia. Ho chiamato e lasciato un messaggio ad Ashley dicendole che questa notte Echo avrebbe passato la notte da me.» Lei incontrò i miei occhi. «Non pensavo che Echo si sarebbe addormentata qui sapendo che il padre avrebbe potuto scoprirla a camminare in città.» Ricevuto, Echo aveva bisogno di parlare con suo padre, ma non poteva, non stasera. Lila sospirò pesantemente.
«Posso fidarmi di te?.»
«Sì.»
Lila tenne il suo sguardo su di me per un lungo tempo, prima di annuire. «Forse non sei così male, dopo tutto.»
 

Come al solito se ci sono errori di battitura comunicateli. Scappano sempre quei maledetti!
Che ne pensate? Vi è piaciuta? E sorpresa, sorpresona: sul blog di Glinda, "Atelier dei Libri", potrete vincere una copia del romanzo. Che aspettate?? Avete ancora 2 giorni per partecipare.
 
Non fatevi scappare quest'opportunità!!!

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Figurati. L'ho tradotta perché mi sono innamorata di Echo e Noah e poter leggere ancora qualcosa sulla loro storia è stato bellissimo. Noah è dolcissimo nei confronti di Echo! Lo ADORO!!!! :D

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